HELICOTREMA • Recorded Audio Festival
15.12.2019
HELICOTREMA – Recorded Audio Festival
c/o Standards – Via Maffucci 26 Milano
Domenica 15 Dicembre 2019
dalle ore 16:30 alle ore 21:00
In occasione della sua ottava edizione e dopo l’appuntamento a Venezia all’interno del Teatrino di Palazzo Grassi, il festival di ascolti Helicotrema incontra Standards.
Per questa data speciale del Festival, Standards apre sia la sala centrale sia tutti i suoi studi con diversi formati e set-up, attivando differenti spazi e prospettive di ascolto collettivo. L’appuntamento a Milano è pensato a partire dai temi emersi per questa edizione di Helicotrema – Natura Morta / Still Life e The sound of violence – declinati secondo alcune possibili prospettive d’interpretazione sonora: dalla ricerca di opere monofoniche della musica concreta e provenienti dalla tradizione musico-etnografica a opere che intendono la violenza del suono come documentazione sociale di un’esperienza collettiva o come politica di ascolto incarnata e sempre situata, oltre la falsa neutralità di una prospettiva astratta e universale.
Programma:
Sala • Natura morta/ Still Life – The sound of violence (a cura di Helicotrema)
Studio 1 • Ultradergano: what did we hear so far? (a cura di Standards/Ultradergano (Tanja Haramincic, Michele Lori, Irina Suteu, Marco Verdi)
Studio 2 • Sessione di ascolto di registrazioni monoaurali (a cura di Standards/ Attila Faravelli)
Studio 3 • Gabrielle Goliath – This song is for… (a cura di Standards/ Gaia Martino)
Finite le sessioni di ascolto collettivo, dalle 19:30 alle 21:00 circa, l’intero ambiente di Standards rimane attivo e fruibile, con i suoi diversi formati, come spazio di ascolto collettivo.
Il progetto fa parte della serie Off-Standards.
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Dettaglio programma:
Sala • Natura morta/ Still Life – The sound of violence
a cura di Helicotrema
Natura Morta / Still Life
Secondo la Treccani, “Parlare di natura morta è un controsenso: la natura per sua definizione è infatti viva, ma diventa morta quando la si toglie dal suo habitat (il fiore reciso dalla pianta, la frutta colta dall’albero).”
Come può l’idea di natura morta essere intesa a livello acustico? Se la nozione di “paesaggio sonoro” (soundscape) ha a che fare con un ambiente inteso nella sua interezza, forse la natura morta può essere intesa a livello sonoro come la presentazione di oggetti sonori isolati dal resto, dal contesto spaziale e acustico.
The sound of violence
Il rapporto fra violenza e suono richiama immediatamente la dimensione politica della condivisione di uno spazio. Attraverso il suono si può imporre un’informazione in uno spazio, così come sensazioni fisiche, emozioni o stati di allerta. L’udito si collega a risposte istintive, pre-razionali insite nell’organismo umano, a cui il suono può accedere in maniera violenta, senza mediazioni.
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Studio 1• Ultradergano: what did we hear so far?
a cura di Standards/Ultradergano (Tanja Haramincic, Michele Lori, Irina Suteu, Marco Verdi)
Presentazione di una selezione dei materiali di Ultradergano, gruppo di indagine sonora rivolta all’area urbana in cui si trova Standards, che si è costituito a seguito del workshop di due giorni con il collettivo internazionale di sound-art militante Ultra-red. Il metodo del gruppo ruota attorno all’utilizzo dei “sound objects”, brevi registrazioni ambientali collettive, e alla loro proprietà di trasformazione da violenta testimonianza di realtà, a strumento di condivisione. La fisicità dei sound objects sta sia nella capacità di impatto propria degli oggetti sonori, in cui ciò che evocano colpisce senza mediazione, esponendo l’intimo di ognuno alla rappresentazione del proprio “fuori” sociale, sia nella loro capacità di mettere in relazione, attraverso la loro decodifica. Decodificare significa mettere in comune ciò che ognuno ‘sente’ attraverso di essi, rispondendo davanti agli altri alla domanda “what did you hear?”. Senza voler risolvere ciò che un sound object rappresenta in un’unica interpretazione, ma al contrario facendo coesistere infinite dimensioni nella differenza di ciascuno, attraverso il suono è possibile condividere la propria relazione con l’altro, il proprio vissuto, a volte la propria ferita, in una dimensione sociale e politica.
Verranno presentati anche i materiali dell’ultima ricerca effettuata dal gruppo, testimonianza di un’esplorazione in itinere degli spazi pubblici di Dergano attorno alla domanda “what is the sound of poverty?” Gli oggetti sonori diventano strumento di indagine attorno agli stereotipi con cui il concetto di ‘povertà’ – economica, culturale, giovanile – è rappresentato e vissuto dalla popolazione del quartiere. Insieme ai sound objects di Ultradergano, saranno presentati alcuni rari materiali del collettivo internazionale donati dagli Ultra-red al gruppo formatosi a Standards.
Ultra-red è un collettivo internazionale di sound art militante, formato nel 1994 e attivo in Europa e America del Nord. Da oltre vent’anni Ultra-red lavora all’interno e attraverso un’ampia rete di gruppi attivi in ambiti quali: public housing, salute pubblica, istruzione, politiche queer, antirazzismo e migrazione. Ultra-red studia, sviluppa e sperimenta processi di ascolto collettivo che possano contribuire direttamente alle lotte politiche. Ultra-red si ispira alle pratiche della musique concrète, del concettualismo, dell’educación popular e delle indagini militanti per sviluppare i propri protocolli per ascolti organizzati. Come ascolta ciascuno? Che cosa ascolta? E verso che cosa rivolgiamo l’ascolto?
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Studio 2 • Sessione di ascolto di registrazioni monoaurali
a cura di Standards/Attila Faravelli
Proiezione sonora da un unico altoparlante di registrazioni concepite per un ascolto mono, per scelta artistica da parte degli autori o perché la tecnologia stereo non era ancora stata inventata.
Il significato etimologico del termine ‘stereo’ è ‘solido’ e ‘tridimensionale’. La proposta di ascolti mono cerca di ribaltare questa definizione, proponendo una modalità di percepire il suono registrato in modo non prospettico, panoramico, distanziato e paesaggistico, dunque in un certo senso proprio ‘solido’ e ‘presente’.
“Imagine yourself as the resident of a modern suburban apartment, with large picture windows that afford a commanding, panoramic view of the surrounding countryside. When you look out from the windows you see the land stretching out into the distance, where it seems to meet the sky along the line of the far horizon. Inside the lodge, however, there were no horizons to be seen. Earth and sky, far from being divided at the horizon, seemed rather to be unfied at the very centre of my emplaced being. Enwrapped within the lodge I nevertheless felt open to a world. But this world was not a landscape – it was what I shall henceforth call the earth–sky.
(Tim Ingold “The Conical Lodge”)
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Studio 3 • GABRIELLE GOLIATH, This song is for…
2 video channel in one frame, sound, texts – 2019/ courtesy of the Artist
a cura di Standards/ Gaia Martino
L’opera audio visiva di Garbrielle Goliath presenta una prospettiva situata, per cui ciascuna persona che agisce sonoramente (chi sceglie la musica, chi suona, chi ascolta) è innanzitutto un corpo, contraddittorio e sempre complesso, strutturato da condizioni esterne e a sua volta capace di agire attivamente. Lo spazio, in questa dimensione personale e al contempo condivisibile, non è un luogo astratto dove l’ascoltatore è neutrale e si muove liberamente ma diventa un posto in cui è piacevole e anche difficile stare, dove abitare tensioni e ricordi, proiezioni private e riflessioni collettive.
Con This song is for…Gabrielle Goliath considera e rimescola la convenzione popolare della dedica delle canzoni, in collaborazione con un gruppo di donne e con alcune ensemble musicali queer.
Proiettate in sequenza all’interno dello spazio sonoro immersivo dell’installazione, l’opera è una collezione unica di dediche di canzoni, in cui ciascun brano è scelto da una persona sopravvissuta a uno stupro e performata in versione cover come nuova produzione. Si tratta di canzoni che hanno un significato personale particolare per chi le ha scelte – canzoni che trasportano indietro a un particolare momento e luogo, evocando un mondo di sensazioni, memorie ed emozioni.
Ad un certo punto, in ogni brano, accade un disturbo sonoro; un’interruzione musicale che si ripete e ricorda l’effetto “disco rotto” di un disco vinile graffiato. Presentato in questa modalità disturbata e ri-attivata, ogni canzone è un’opportunità per gli ascoltatori di abitare effettivamente uno spazio controverso di ricordo traumatico – uno spazio in cui la violenza dello stupro de-soggettivizzata e le sue conseguenze psichiche si intrecciano dolorosamente con le rivendicazioni personali e politiche della vita, della dignità, della speranza, della fede e persino della gioia.
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ABOUT HELICOTREMA
Helicotrema is a non-profit festival initiated in 2012, that presents a program of recorded audio pieces. Inspired by the early decades of radio broadcasts, it investigates different forms of collective listening.
The festival proposes a series of sound paths comprising sound works, audio plays, audio documentaries, soundscapes, experimental poetry and various formats based on the acoustic component.
Helicotrema borrows the format of a film festival, replacing the film screening with a program of listening sessions. This program aims to create site-specific situations, experimenting how the listening experience can be enriched and influenced by different contexts. Over the years the festival has travelled in several Italian cities, thanks to the collaboration with numerous institutions that deal with art, theater and contemporary music such as MACRO, Auditorium Parco della Musica, Rai Radio3 (Rome, 2013); Viafarini / Careof / DOCVA, Fonderia Artistica Battaglia, Istituto dei Ciechi (Milan, 2014); Osservatorio di Arcetri, Museo Marino Marini (as part of Sonic Somatic festival in Florence, 2015); AtelierSi (Bologna, 2015); Centrale Fies (as part of World Breakers – XXXVI edition of Drodesera festival in Dro, 2015); CLOG, Progetto Diogene, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Laboratorio del Dubbio (Turin, 2016); Microclima, Eventi Arte Venezia, Palazzo Grassi – Punta della Dogana and Biblioteca Nazionale Marciana (Venice, 2012-2017). The festival is curated by art collective Blauer Hase (Mario Ciaramitaro, Riccardo Giacconi, Daniele Zoico) and independent curator Giulia Morucchio. http://helicotrema.blauerhase.com/about/