STANDARDS presenta QW a TULE

28.08.2021 → 29.08.2021

Parco Naturale Fiume Savio: QW.10 con Nicola Ratti • QW.3 con Silvia Costa


All’interno della due giorni a Cesena organizzata da MU: TULE – Pratiche di ascolto attivo, soundworks e soundwalk per il fiume,  Nicola Ratti e Silvia Costa presentano per Standards due contributi in versione aperta e laboratoriale tratti dalla serie di esercizi Quarantine Workout. Gli interventi si dispiegheranno lungo il corso del fiume, nel Parco Naturale del fiume Savio, in una camminata d’ascolto condotta da Francesco Bergamo.

La serie QW – Quarantine Workout, inaugurata lo scorso marzo 2020 durante il primo lockdown generale, è stata ideata con l’intenzione di tornare a pensare i contenuti culturali come processo di soggettivazione e scambio invece che prodotti a cui è attribuito un valore. Il sonoro, come metafora per il corpo, come forma di attenzione, diventa allora il mezzo per agire una relazione attiva con la realtà quotidiana, a velocità diverse: una serie di partiture invita il pubblico a esercitare l’attenzione all’ascolto di sé e del proprio contesto mediante semplici istruzioni per eseguire esercizi cognitivi e fisici da praticare liberamente, nei propri spazi e con i propri tempi. Nella situazione di confinamento questi esercizi in forma di partitura cercano di essere un piccolo paradosso: istruzioni per errare.

https://www.standardstudio.it/it/quarantine-workout

 

QW.10 – Tule w/ Nicola Ratti | 28.08 dalle ore 16.00

Dopo un letargo pandemico siamo tornati ad agire un risveglio comune che non necessariamente si deve mostrare coordinato, perché le densità che compongono lo spazio sociale quotidiano non sono omogenee e sincronizzate esse stesse ma hanno complessità differenti.

Spostare l’attenzione sull’instabilità e la trasformazione dello spazio pubblico ci porta ad ascoltare il risveglio organicamente, non come un accadimento compatto ma come una fase propria di ciascun individuo, che può manifestarsi a ritmi irregolari e momenti disconnessi da un unico sistema, pur rimanendo un’azione collettiva.

Mediante esercizi cognitivi e fisici da praticare liberamente, la partitura può essere performata in dialogo con altri corpi e accadimenti così come ascolto verso l’interno, scoprire gli spazi sonori nel corpo e mettersi in ascolto dei suoi silenzi.

La partitura si compone di una serie di semplici istruzioni che invitano a compiere alcune azioni in relazione ai suoni ascoltati e al luogo in cui ci si trova: tramite lo score verrà chiesto infatti a ciascuna partecipante di accedere ad una playlist attraverso il proprio dispositivo mobile. I suoni che sono diffusi dai telefoni si integrano all’ambiente esistente e ad altre fonti sonore agite dai performer, che hanno il compito di scandire alcuni momenti di questa esperienza e orientare le persone all’interno dello spazio di azione.

In uno spazio trovato lungo il corso del fiume Savio, il momento del crepuscolo in cui si svolgerà la pratica segna un passaggio di stato della giornata, un ispessimento delle azioni visibili aumenta la densità del posto. Attraverso la performance collettiva invitiamo le persone a ri-costituirsi in un insieme, a riappropriarsi di un tempo condiviso con altri.

 

QW.3 x Tule w/ Silvia Costa | 29.08 dalle ore 16.00

Queste partiture sono nate in un momento di mancanza. Mancava il fuori, l’incontro con l’altro, il suono aldilà dei muri, lo sguardo oltre la finestra.

E forse anche lo sguardo dentro.

In questa situazione ci si è domandati come cambia la percezione tra dentro e fuori, come si modifica la relazione tra sentire esterno con le proprie oscillazioni interne, con gli stati d’animo, le danze degli umori. Nel momento in cui sono stati pubblicati, all’inizio del primo lockdown, questi esercizi intendevano esplorare una situazione mutata attraverso la sperimentazione di forme di attenzione rivolte ai campi dell’emotività, della psicologia della mente, dell’immaginazione. E nello specifico intendevano farlo per mezzo della visualizzazione, dove impulsi corporei interni si potessero intrecciare con stimoli esterni, in una doppia linea di battiti, vibrazioni, respiri e oscillazioni.  All’epoca tre erano le circostanze fondamentali: l’isolamento da un ambiente esterno, la distanza dall’altro e la proiezione della nostra esistenza in quelle condizioni repentinamente alterate. Queste circostanze ora sono cambiate. Tuttavia, ci sembra che il nucleo originario che questi esercizi intendevano attivare sia tuttora vivo e anzi sia proprio ora più interessante sperimentarli in una nuova condizione: quella di un ambiente all’aperto, e in una dimensione collettiva e non più individuale, o meglio una dimensione che mette in relazione spazi intimi e personali con uno spazio collettivo. Per farlo vi proponiamo la loro esplorazione attraverso una guida, quella di Silvia Costa, che ha contribuito alla stesura della partitura originaria e l’ha illustrata con dei segni, patterns e simboli che erano come il primo tratto di un disegno che ognuno poteva completare.

Per Tule vi proporrà la versione aperta e collettiva di questi esercizi:

Partendo dalla partitura di Standards ho elaborato tre forme nuove, tre esercizi da eseguire insieme lungo un cammino a tappe. Cammineremo. Lo faremo tutti insieme, in silenzio. Poi lo rifaremo in senso inverso, lo stesso, una seconda volta, per scoprire come l’iterazione può generare un nuovo tipo di attenzione. Ad ogni tappa eseguiremo un esercizio, ciascuno sarà un’esperienza con il proprio corpo e i propri sensi, a cui cercheremo di dare una forma grafica. Nel momento in cui un’esperienza si può tracciare, marcare su un foglio, nella dimensione tangibile ma aperta del disegno, essa diventa un elemento che posso condividere con l’altro. Può essere mostrato, visto, elaborato, sovrapposto, messo in relazione con i segni dell’Altro. Uscendo dalla dittatura delle parole e delle spiegazioni di un sentire, vorrei proporre attraverso la rappresentazione del disegno, un modo di entrare in una risonanza, in un’armonia collettiva, come se ogni esperienza diventasse una linea melodica, quella dei moti di ciascuno, per comporre una partitura a più voci, che si possa sentire e vedere.